Riciclaggio, Procedure di Crisi Aziendale e Normativa Antiriciclaggio nelle Aste Immobiliari

Introduzione
Le aste immobiliari e le procedure di crisi aziendale rappresentano due contesti ad alto rischio di infiltrazione per la criminalità organizzata.
La complessità normativa e operativa, unita alle vulnerabilità dei controlli, crea ampi spazi per il riciclaggio di denaro di provenienza illecita.
Recenti modifiche legislative, come quelle introdotte dal correttivo Cartabia (Dlgs 164/2024), cercano di rafforzare le tutele antiriciclaggio (AML).
Tuttavia, l’applicazione pratica evidenzia lacune che possono ostacolare l’efficacia dei controlli.
Questo articolo analizza gli schemi di rischio, le infiltrazioni mafiose e il quadro normativo applicabile, integrando i riferimenti alle disposizioni introdotte in tema di aste immobiliari e alle strategie di ristrutturazione aziendale.
1. Le Aste Immobiliari e l’Antiriciclaggio: Novità Normative
1.1 Il correttivo Cartabia e le modifiche all’art. 585 c.p.c.
Le modifiche introdotte dal correttivo Cartabia all’art. 585 del Codice di Procedura Civile hanno rafforzato i requisiti di conformità antiriciclaggio.
Ora, l’aggiudicatario di un’asta immobiliare è obbligato a fornire una dichiarazione sulla provenienza dei fondi utilizzati per il pagamento del prezzo ex art. 22 del Dpr 231/2007 e consentire quindi al soggetto obbligato ex art 17 del medesimo decreto sulla prevenzione del riciclaggio di poter adempiere agli obblighi di adeguata verifica.
La mancata presentazione di tali dati comporta la decadenza automatica dell’aggiudicazione e l’incameramento della cauzione.
Tuttavia, una lacuna normativa persiste: non è specificata la forma esatta delle dichiarazioni richieste né i contenuti che dovrebbero garantire la piena compliance AML.
Questo aspetto lascia spazio a interpretazioni divergenti, mettendo a rischio l’effettiva applicazione delle norme.
Sicuramente prendendo riferimento e attenendosi alla norma ex art 17 comma 3 la dichiarazione dovrà completare le informazioni utili a “”””””……graduare l’entità delle misure i soggetti obbligati tengono conto, quanto meno, dei seguenti criteri generali:
con riferimento al cliente:
1) la natura giuridica;
2) la prevalente attività svolta;
3) il comportamento tenuto al momento del compimento dell’operazione o dell’instaurazione del rapporto continuativo o della prestazione professionale;
4) l’area geografica di residenza o sede del cliente o della controparte;
con riferimento all’operazione, rapporto continuativo o prestazione professionale:
1) la tipologia dell’operazione, rapporto continuativo o prestazione professionale posti in essere;
2) le modalità di svolgimento dell’operazione, rapporto continuativo o prestazione professionale;
3) l’ammontare dell’operazione;
4) la frequenza e il volume delle operazioni e la durata del rapporto continuativo o della prestazione professionale;
5) la ragionevolezza dell’operazione, del rapporto continuativo o della prestazione professionale, in rapporto all’attività svolta dal cliente e all’entità delle risorse economiche nella sua disponibilità;
6) l’area geografica di destinazione del prodotto e l’oggetto dell’operazione, del rapporto continuativo o della prestazione professionale.”””””””””””””””””””””””

1.2 Problemi di applicazione e impatti operativi
Le modifiche si concentrano esclusivamente sulle aste immobiliari, lasciando scoperto il segmento delle aste mobiliari, che rappresentano anch’esse un rischio significativo.
Inoltre, la normativa come già accennato, non si coordina pienamente con le disposizioni antiriciclaggio previste dal D.Lgs 231/2007, che definiscono gli obblighi di adeguata verifica (CDD – Customer Due Diligence) per i soggetti obbligati.
Esempio Pratico: In un caso di vendita giudiziaria, un immobile è stato acquistato da un soggetto che non ha fornito informazioni sulla provenienza dei fondi, generando sospetti di utilizzo di denaro illecito.
Tuttavia, la mancata chiarezza normativa sicuramente impedisce una Segnalazione operazioni sospette e quindi un intervento tempestivo delle autorità.
2. Schemi di Riciclaggio nelle Aste e nelle Procedure di Crisi Aziendale
2.1 Sottovalutazione o sovrastima degli asset
Un metodo frequente è la manipolazione del valore degli asset durante le vendite giudiziarie o le procedure di ristrutturazione.
La sottovalutazione permette l’acquisizione di beni a un prezzo inferiore al loro valore reale, mentre la sovrastima consente di attrarre finanziamenti fraudolenti.
Schema Operativo:
• Un’azienda in crisi sottovaluta deliberatamente il valore di un immobile durante un’asta per consentire a un prestanome collegato alla criminalità organizzata di acquistarlo.
• Successivamente, l’immobile viene rivenduto a un prezzo di mercato, generando fondi “puliti”
2.2 Distrazione di fondi pubblici
Durante la ristrutturazione aziendale, le organizzazioni criminali possono ottenere fondi pubblici destinati al rilancio economico per impiegarli in operazioni illecite.
La cartolarizzazione dei crediti e la mancata trasparenza nelle operazioni finanziarie facilitano questi schemi.
Esempio: Una PMI ottiene un finanziamento garantito dallo Stato per ristrutturare il proprio debito.
Tuttavia, i fondi vengono trasferiti all’estero tramite società di comodo, senza mai essere utilizzati per le finalità dichiarate.

2.3 Uso di prestanome
Un altro schema ricorrente riguarda l’utilizzo di prestanome per schermare il reale beneficiario delle transazioni.
Questo fenomeno è particolarmente diffuso nelle aste immobiliari.
Caso Reale: Un’organizzazione criminale utilizza individui con basso profilo finanziario per partecipare a un’asta.
Gli immobili acquistati vengono successivamente trasferiti a società controllate dal gruppo mafioso.
3. La Criminalità Organizzata e i Concordati Preventivi
3.1 Concordati in continuità aziendale
Il concordato preventivo in continuità è un altro strumento utilizzato dalla criminalità organizzata per infiltrarsi nelle imprese in crisi.
Attraverso l’acquisizione di crediti, le mafie possono influenzare le decisioni aziendali, ottenendo il controllo dell’impresa.
Schema Tipico:
1. Acquisto di crediti a prezzi scontati.
2. Influenza sulle decisioni gestionali, con trasferimento di asset a società collegate.
3. Distrazione di beni e fondi a scapito dei creditori legittimi.
Esempio: Un’azienda agricola in concordato trasferisce i propri macchinari a una società offshore.
I ricavi della vendita vengono depositati su conti in paradisi fiscali.
3.2 Manipolazione dei flussi finanziari
La criminalità organizzata utilizza contratti fittizi o operazioni finanziarie complesse per mascherare il riciclaggio.
Questo fenomeno è facilitato dalla difficoltà di tracciare i flussi durante le procedure concorsuali.
Esempio: Una società in crisi emette fatture false verso una società cartiera controllata da un gruppo mafioso.
I fondi vengono successivamente trasferiti all’estero.
4. Raccomandazioni Normative e Operative
4.1 Rafforzare la normativa antiriciclaggio
• Estendere gli obblighi di dichiarazione anche alle aste mobiliari.
• Specificare la forma e i contenuti delle dichiarazioni richieste per la verifica della provenienza dei fondi.
4.2 Migliorare il coordinamento tra autorità
• Rafforzare la collaborazione tra tribunali, UIF e Guardia di Finanza per monitorare le operazioni sospette durante le aste e le procedure di crisi.
4.3 Formazione degli operatori
• Fornire linee guida specifiche a notai, avvocati e amministratori giudiziari per identificare i segnali di rischio nelle transazioni.
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Conclusioni
Le recenti modifiche normative rappresentano un passo avanti nella lotta al riciclaggio, ma evidenziano lacune che devono essere colmate per garantire l’efficacia delle misure antiriciclaggio.
L’infiltrazione della criminalità organizzata nei processi di gestione delle crisi aziendali e nelle aste immobiliari dimostra la necessità di un approccio integrato, che combini rafforzamenti normativi, strumenti tecnologici avanzati e una formazione adeguata degli operatori coinvolti.
Se ben applicati, i nuovi strumenti normativi possono rappresentare una barriera significativa contro il riciclaggio e contribuire a proteggere l’integrità del tessuto economico-legale del paese.